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VIAGGIO IN SCOZIA
anno 2005
 
La nostra bella cagnolina Titti che ci aveva seguito in tutto il nostro vagabondare in camper per l’Italia e per l’Europa ci era stata paradossalmente per molti anni di impedimento nell’attraversare la Manica per le note imposizioni britanniche in materia di importazione di animali. Essendo venuta con nostro molto dispiacere (leggi dolore!) a mancare, abbiamo ben pensato di affrontare questo viaggio che da anni avevamo in mente di fare.
Venerdì primo luglio 2005, caricato il nostro camper, siamo partiti con meta la Scozia. L’autostrada ci ha accompagnati da Padova fino a Torino e ad Aosta. Successivamente avevamo deciso già in partenza di percorrere strade statali, evitando le costose autostrade francesi. Abbiamo quindi scavalcato le Alpi attraverso il tunnel del San Bernardo e proseguito poi verso Martigny, Losanna, Besançon, San Dizier, Reims e Calais (per citare solo i luoghi più importanti attraversati). Domenica pomeriggio siamo arrivati a Calais dove ci siamo recati negli Uffici della Seafrance dove abbiamo acquistato il biglietto per il traghetto: in serata eravamo già nei sobborghi di Londra.
Il primo impatto con la guida a sinistra ed il caotico traffico del ring di Londra ci ha un po’ impressionato anche perché dovevamo ancora capire l’interpretazione che gli inglesi danno alla segnaletica stradale. Trascorsa la notte in un parking della “Service Moto”, la mattina seguente ci siamo recati all’“Abbey Wood” che sarà il nostro campeggio durante la nostra permanenza a Londra. Nel pomeriggio abbiamo fatto la nostra prima visita alla City con percorso che da Trafalgar Square (dove si arrivava direttamente con il Metrò) ci ha portati percorrendo la Whitehall a Westmister Abbey, il Big Beng, il Parlamento e naturalmente il Tamigi con la famosa ruota panoramica.
Altre mete nei giorni successivi sono stati i parchi cittadini da St. James Park a Green Park o Hyde Park, il tutto intervallato naturalmente da visite agli altri monumenti cittadini quali Buckingam Palace, la Tower Bridge, Downing Street, le Tower di Londra con il tesoro della Corona Britannica, i Magazzini Harrod’s, la National Gallery, la basilica di San Paolo, la zona delle Banche con la Banca d’Inghilterra, il Quartiere di Soho ed il Museo di Madame Tousseau (il celeberrimo museo delle cere).
Era ormai il quinto ed ultimo giorno di nostra permanenza a Londra quando, giunti come al solito a Trafalgar Square per raggiungere in seguito il British Museum abbiamo notato un insolito movimento di polizia e di sirene; erano appena scoppiate in centro città alcune bombe relative ai noti attentati del luglio 2005.
Per tutto il giorno tutti i servizi pubblici (treni e metrò) sono stati sospesi e ripristinati solo in serata.
Al di là di questo riprovevole episodio, il centro città ci ha colpito per l’imponenza dei monumenti visitati, dal traffico costituito in pratica da soli mezzi pubblici, dalla bellezza dei parchi pubblici e dalla non buona impressione del Tamigi, fiume apparso con acque non proprio limpide.

Era così giunto il momento di lasciare Londra diretti al Nord: nostra prima tappa è stata Cambridge dove abbiamo sostato per una visita alla cittadina universitaria immersa nel verde, e quindi proseguito verso Stamford, la zona di Nottingham con la famosa foresta di Robin Hood, Worksop, York  e Durham, cittadina dove abbiamo assistito al “The Big Meeting” dei minatori un tempo operativi nelle miniere di carbone della zona che continuano a ritrovarsi con cadenza annuale il 14 di luglio con le loro bande musicali per celebrare la loro festa.
Abbiamo quindi ripreso il cammino verso nord in direzione Alnwick Dunbar ed Edimburgo che decidiamo di visitare al ritorno essendo in corso in quei giorni il “G8”. Arriviamo quindi a Perth, Dundee e Glamis dove visitiamo il locale famosissimo castello con arredi originali e con il suo splendido parco dove in quei giorni si svolgeva una mostra di macchine agricole, di moto e di auto d’epoca che abbiamo naturalmente visitato con molto interesse e che ci ha dato una prima positiva immagine di vita degli Scozzesi in festa.
Mete successive sono state quindi Aberdeen con il suo bel porto ed Elgin con la sua cattedrale “tipo San Galgano”, cioè in parte scoperta e distrutta. Abbiamo quindi percorso la strada del whisky approfittando per la visita ad una distilleria con relativi acquisti, pervenendo ad Inverness, grosso centro turistico scozzese con il suo bel lungofiume e castello.
Da qui siamo ripartiti per l’estremo nord della Scozia tra radure e luoghi selvaggi fino a raggiungere la cittadina di Wick e John O’Croats punto di partenza per le vicine Isole Orcadi. Qui abbiamo avuto occasione di dormire in un campeggio lungo il mare da dove abbiamo assaporato un tramonto forse indimenticabile.
Successivamente abbiamo raggiunto Dunnet, un minuscolo promontorio con il suo bel faro; da qui è iniziato quel lungo tratto di strada dell’estremo nord scozzese ad una sola corsia dove gli automobilisti incrociandosi devono darsi la precedenza fermandosi negli appositi spazi disseminati lungo la strada lunga quasi 300 Km. Altre tappe di notevole interesse paesaggistico sono state Tongue e le spiagge di Durness, fino a Unapool, Lochinver e Ullapool.

In questo lungo tratto di strada (da quando scritto  sulle  guide turistiche in nostro possesso) avremmo dovuto vedere  colonie di foche che però non siamo riusciti a vedere se non facendo un giro turistico in barca con partenza da Ullapool. Siamo ridiscesi quindi verso l’Isola di Skye (Isole Ebridi) di cui abbiamo fatto il periplo, trascorrendo la notte a Dunvegan.
Purtroppo il pessimo tempo atmosferico con pioggia e vento incessante, ci ha costretti a lasciare l’isola verso Fort August, non prima di aver visitato il castello di Eilean Donan, ricostruito dagli attuali proprietari all’inizio del 1900 e riarredato per i turisti in transito.
Da Fort August abbiamo percorso la costa nord del famoso lago di Loch Ness con visita al relativo interessante museo
dove ci è stato spiegato attraverso un apposito percorso con video in italiano la storia del lago.
Raggiunto nuovamente Inverness abbiamo proseguito per Pitlochry, bel centro turistico dove abbiamo visitato una particolare centrale elettrica dove è stato costruito lungo il fiume sbarrato per la produzione di energia elettrica un apposito tunnel che consente ai salmoni di risalire il fiume per la riproduzione.
Trattandosi di zona di produzione del whisky, ne abbiamo approfittato per visitare un’altra distilleria.
Tappa successiva è stata Edimburgo, la capitale scozzese. Qui abbiamo sostato presso il Camping Edimburgh Club quasi a ridosso del centro cittadino. Edimburgo è una città molto bella, diversa da Londra, con la sua Royal Mile, la via centrale dove si concentrano anche le maggiori attrazioni della città quali il castello, la chiesa di St. Giles e, alla fine, lo Scottish Parliament, oltre naturalmente a tutta una seria infinita di negozi dove si può trovare di tutto.
Trattasi di città che abbiamo trovato effervescente per la gioventù vista, i molti artisti di strada ed i suonatori di cornamusa incontrati. Il tempo ormai stringe e, lasciata Edimburgo, ci  siamo  diretti  verso  Hawick,  zona   di
produzione e lavorazione del cashmere. A dire il vero siamo riusciti a vedere solo un piccolo laboratorio artigianale mentre numerosi sono gli spacci di vendita di prodotti già confezionati con prezzi pressappoco uguali a quelli dei negozi italiani.
Da qui siamo scesi a Carlisle, Lancaster, Preston, Bimingham, Conventry e Althorp nei pressi di Northampton, famoso per essere il paese natale di Diana Spenser, ex moglie defunta del Principe Carlo d’Inghilterra. Il castello e la tenuta circostante meritano veramente una visita per gli splendidi arredi del castello la bellezza e la quiete del luogo dove, al centro di un laghetto, è sepolta la “principessa triste”.
Da qui abbiamo raggiunto quindi Oxford per la visita alla città universitaria che ci è apparsa in minor tono rispetto alla rivale Cambridge. Ora stavamo proprio per arrivare all’ultima tappa prima di attraversare la Manica, Folkestone, bella cittadina nei pressi di Dover  dove abbiamo traghettato sempre con la Seafrance a Calais. Da qui per il rientro abbiamo fatto la stessa strada dell’andata con ultimissima tappa a Cogne in valle d’Aosta per un meritato riposo prima del definitivo rientro.
 
La nostra esperienza di viaggio è sta sicuramente positiva anche se il tempo atmosferico in verità non ci è stato troppo amico. Gli Scozzesi sono senz’altro più cordiali e disposti a darti una mano nel bisogno rispetto agli Inglesi, decisamente meno simpatici. Dopo il primo impatto, alla guida a sinistra ci siamo abituati subito, fatta salva la continua concentrazione necessaria specie alla partenza dai semafori o in piena campagna dove è possibile per forza di abitudine tenere la destra anziché la sinistra.
Ottimi i campeggi sempre ben tenuti e con buoni servizi, spesso percorsi dagli scoiattoli che venivano alla ricerca del cibo fin sotto il camper.
Punto importante è il caro vita che oltre Manica è veramente più costosa che non in continente. Per i campeggi che abbiamo frequentato con sistematicità in quanto nel Regno Unito è proibito il campeggio libero, i prezzi pagati sono oscillati tra le 10 (€. 15 circa) e le 22 sterline (€. 33 circa).
L’ingresso a musei e castelli vari è costato dalle 8 alle 12 sterline, salvo per quelli di interesse nazionale che sono gratuiti.  Particolare attenzione all’acquisto del biglietto per l’attraversamento della Manica che varia in modo anche molto consistente dal giorno e dall’ora di imbarco; di domenica con transito all’andata alle ore 17,00 circa abbiamo pagato €. 168,00 mentre al ritorno di mercoledì sempre a metà pomeriggio il prezzo pagato è stato di €. 112,00.
Al supermercato la merce in esposizione è pressappoco tale e quale la nostra con prezzi che sono apparsi decisamente superiori ai nostri. Infine il gasolio è stato pagato fino ad €. 1,42 al litro pari a circa 2.750 delle vecchie lire al litro.
Complessivamente sono stati consumati 716 litri di gasolio circa per un totale di km. 6.450.
 



 

Il pittoresco passato della Scozia sopravvive nei suoi castelli, situati in posizioni superbe, dalle antiche rovine che portano ancora i segni delle battaglie, ai sontuosi palazzi. La varietà è immensa. La storia e le tradizioni del paese sono mantenute vive da manifestazioni come gli HIGHLAND GAMES: per tutto il periodo estivo, queste riunioni sportive hanno luogo in ogni cittadina o villaggio in tutta la Scozia, non solo nelle Highlands. Molto note e in gran favore sono anche le bande di cornamuse, le danze tipiche e i “cellidh” (serate di danze e musiche tradizionali scozzesi).
La Scozia è anche famosa per lo shopping di lusso. Le grandi città offrono naturalmente la scelta più ampia; l’artigianato locale, tuttavia, che include, gioielli, terrecotte, oggetti di legno e di cuoio e così via, è molto attivo in tutto il paese, sia nelle città che nelle campagne. E non bisogna dimenticare gli indumenti di lana tipici delle manifatture dei Borders e le stoffe di tweed di Harris, tessute nelle isole Ebridi; senza contare la vasta gamma di tessuti “scozzesi” classici, in vendita dovunque. Fare la spesa in Scozia è senz’altro una esperienza, che potrebbe includere un altra specialità, la bevanda tradizionale della Scozia, il whisky. Nelle Highlands esistono numerose distillerie aperte ai visitatori. Molte sono dotate di centri per i visitatori, che comprendono anche negozi di souvenir di alta qualità.
Campagne stupende,castelli e giardini, manifestazioni di ogni genere, possibilità notevoli di fare dello sport e di acquistare prodotti di qualità, la Scozia vi promette una vacanza piena di cose interessanti. Le Highlands sono terre antiche e forse proprio da questo traggono origine parte delle seducenti atmosfere che le caratterizzano.
L’orografia è stata spianata e affilata dai ghiacci, dall’acqua e dal vento per secoli e secoli. Quì si possono scalare alcune delle più antiche montagne del mondo: quì si possono osservare alcuni suggestivi contrasti fra terre sterili, pietraie scoscese, violente scogliere a picco sull’oceano e pigri torrenti che scendono dalle colline, grandi valli verdeggianti, baie dolcemente accoccolate di fronte all’Atlantico, spiagge di sabbia rosa sospese fra il blu del mare e il verde intenso dell’erba.
Non è possibile rimanere insensibili, da queste parti, l'indifferenza à bandita.
Le Highlands conquistano, affascinano: o respingono senza appello!
E’ molto importante calarsi in esse per apprezzarle in pieno. Il clima spesso cupo e piovoso è un elemento che contribuisce a tracciare di queste regioni un quadro cromatico di grande suggestione: sarebbe un grave errore intendere la pioggia come un disturbo. Il vento è padrone incontrastato delle coste e delle cime dell’interno; accumula le perturbazioni, ma può anche spazzare il cielo offrendo luminosissime giornate di incomparabile trasparenza.
Due parole per le strade delle Highlands.
Ben tenute e curate esse sono tuttavia abbastanza strette, spesso ad una sola corsia,(Single track). Anche se il traffico è scarso, nella stagione turistica capita di incrociare altri veicoli e in due non si passa. Nessun problema: ogni qualche centinaio di metri una piazzola permette, previo arresto di uno dei due veicoli, il passaggio dell’altro.
Con tali strade non c’è posto per le isterie da traffico, o per le frustrazioni da semaforo e nemmeno per i record “da casello a casello”!!.Occorre procedere a ritmo d’uomo, adattandosi alla cortesia degli Highlanders i quali non mancano mai,allorchè si ceda loro il passo, di ringraziare con un cenno della mano. Come le loro strade, gli Highlanders non conoscono ne fretta, ne stress, ne irrequietezza. Eppure sono un popolo fiero, antichi combattenti di prim’ordine, gelosi custodi delle loro tradizioni.